Si tratta di montature leggere ed allo stesso tempo robuste. Sono le preferite da chi non vuole esibire qualcosa di vistoso, ma che amano occhiali semplici e funzionali

CONTROLLO DELLA VISTA

Una moderna e attrezzata sala refrazione ci permette di effettuare un test visivo computerizzato e un controllo della vista ad opera dei nostri ottici optometristi sempre nel pieno rispetto delle eventuali competenze mediche.

 

LENTI PROGRESSIVE

La realizzazione di occhiali con lenti progressive è da sempre un vanto di Ottica Piazza, oggi la tecnologia avanzata del centratore elettronico permette montaggi sempre più personalizzati ed esatti con conseguente miglior adattamento del paziente all'occhiale.

 

CONTATTOLOGIA

L' applicazione di lac prevede nel nostro negozio una selezione scrupolosa del futuro portatore di lenti a contatto per cui è necessario fissare un appuntamento per procedere ai test  preapplicativi e, nel caso di esito positivo, il nostro contattologo sarà a vostra disposizione per procedere all'applicazione più idonea e insegnarvi le regole di una corretta manutenzione.

 

Ottica Piazza,da oltre 50 anni, offre professionalità e compentenza al servizio del benessere visivo dei suoi clienti dai più piccoli ai più grandi, fornendo un'ampia possibilità di scelta tra le ultime collezioni di montature da vista e occhiali da sole senza mai trascurare la qualità delle lenti utilizzate.

Ottica Piazza offre ai suoi clienti un'ampia gamma di prodotti nei diversi settori dell'ottica.

In negozio sono disponibili:

  • le ultime collezioni da vista e da sole delle migliori firme
  • lenti a contatto correttive, progressive, cosmetiche,
  • lenti oftalmiche per ogni esigenza visiva

Presso il nostro punto vendita, il nostro staff è sempre a tua disposizione per offrirti una consulenza sia estetica che tecnica per ottenere sempre un montaggio pienamente soddisfacente.

.... Le ultime collezioni vista e sole delle migliori firme , lenti a contatto correttive,progressive, cosmetiche, lenti oftalmiche per ogni esigenza visiva.

Il titolo di optometrista sebbene non sia riconosciuto in Italia, l’optometria in quanto professione c’è, è regolarmente praticata, ed anche riconosciuta, sia dal punto di vista giurisprudenziale, come mostrano le sentenze della Suprema Corte di Cassazione, sia dal punto di vista amministrativo e fiscale, visto che è possibile aprire una posizione lavorativa e prendere la partita IVA come optometrista. A questo proposito non sarà forse inutile ricordare che esiste uno specifico codice ATECO per l’optometria. che risulta essere  86.90.29 Altre attività paramediche indipendenti  - servizi di assistenza sanitaria non erogati da ospedali o da medici o dentisti: attività di infermieri, o altro personale paramedico nel campo dell'optometria, idroterapia, massaggi curativi, terapia occupazionale, logopedia, chiropodia, chiroterapia, ippoterapia, ostetriche eccetera. In Italia esiste un professionista abilitato ad esercitare una attività che riguarda la misura della refrazione e la riabilitazione visiva con mezzi ottici, ed è  l’Ottico, che pur avendo delle limitazioni stabilite per legge ha comunque un campo di attività mica da poco. I miopi e i presbiti rappresentano una percentuale maggioritaria della popolazione, se pensiamo che la miopia sta viaggiando nei paesi occidentali verso una prevalenza del 40% e che la popolazione con età superiore ai 45 anni si trova in condizione di presbiopia. E’ anche opportuno ricordare che tale abilitazione non ha nessuna limitazione, né di età, né di entità del difetto. Contrariamente a quanto alcuni oculisti vanno dicendo sulla possibile invasione di campo (quello medico) da parte di ottici e optometristi che misurano la vista ai bambini, si può affermare che l’ottico (e a maggior ragione l’optometrista che è anche ottico) può esercitare quella attività, purché il bambino sia miope, indipendentemente dalla sua età. Di norma gli ottici non lo fanno (e molto spesso neanche gli optometristi). Siccome non si vogliono prendere responsabilità, quando nella loro attività di prima assistenza ai problemi visivi della popolazione trovano un bambino miope lo inviano dall’oculista, ancora prima di dargli una correzione ottica. Ma deve essere chiaro che potrebbero fare altrimenti: prescrivere la correzione con la quale viene ristabilita una normale funzionalità visiva, approntare l’occhiale, e successivamente inviare il bambino dall’oculista per un controllo delle strutture oculari. Con ciò sarebbe almeno riaffermata la legittimità dell’ottico come esperto della refrazione oculare, sia pure solo per i casi di miopia e di presbiopia, e dell’oculista come esperto della salute oculare.

 

Per quanto riguarda l'optometrista, Secondo le sentenze della Suprema Corte di Cassazione la sua attività “non deve essere definita con riferimento, in negativo a quella consentita all’ottico ... Di conseguenza non può considerarsi preclusa all’optometrista l’attività di misurazione della vista, e di apprestare, confezionare e vendere - senza preventiva ricetta medica - occhiali e lenti correttive non solo per i casi di miopia e di presbiopia, ma - al contrario dell’ottico - anche nei casi di astigmatismo, ipermetropia, ed afachia.” (Corte di Cassazione, Sezione VI penale, Sentenza 3.4.2005 n. 9089; Corte di Cassazione, Sezione VI penale, Sentenza 11.7.2001 n. 27853).

 

Può essere interessante notare come in tutte le sentenze della Suprema Corte di Cassazione la figura dell’optometrista sia ben distinta da quella dell’ottico e mai si parli di ottico optometrista. Peraltro l’ottico optometrista esiste di fatto solo in Spagna; in tutto il resto del mondo, dove sia legalizzata, la figura professionale che svolge l’attività di prima assistenza per i problemi della vista è l’Optometrista.

 

Ma rimane ancora aperta la domanda: chi può esercitare l’optometria? E un “diploma” di optometrista vale la Laurea in Ottica e Optometria?

 

Tutti i pronunciamenti della Suprema Corte di Cassazione che, a partire dal ’95 con la sentenza Schirone, hanno ribadito la legittimità degli optometristi accusati di abuso di professione medica ad esercitare l’attività optometrica, erano riferiti a professionisti che, oltre a possedere l’abilitazione di Ottico, avevano fatto un corso di Optometria. La maggioranza di essi aveva una laurea presa all’estero e non validata in Italia. Recentemente si è avuto il caso di un collega non laureato che è uscito vittorioso dall’accusa di abuso della professione medica senza bisogno di arrivare in Cassazione. In questo caso il Diploma di Optometria è sembrato sufficiente al Pubblico Ministero, che parla esplicitamente di “competenze professionali … ben rappresentate nel curriculum”, per concedere al collega le stesse libertà professionali che la Suprema Corte di Cassazione ha costantemente riconosciuto ai laureati in università straniere. Possiamo a mio parere sostenere che l’attività optometrica possa essere svolta da ottici che abbiano competenze optometriche, ovvero possano dimostrare di aver conseguito una specializzazione in Optometria. Di sicuro non può svolgerla l’ottico, e nemmeno potrà svolgerla il laureato in Ottica e Optometria a meno che non abbia anche l’abilitazione all’esercizio dell’attività di ottico.

 

Su questo secondo punto sento l’obbligo di soffermarmi un attimo e introdurre il tema della formazione. E’ in uso attualmente la pratica di consentire ai laureati di accedere direttamente all’esame di abilitazione nelle scuole professionali. Si tratta di una soluzione “all’italiana”, tra l’altro favorita da note emesse da funzionari del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che per non usare parole sconvenienti definirò imbarazzante. Viene di fatto concessa l’abilitazione a persone che non hanno un’adeguata (per usare un eufemismo) preparazione su temi e pratiche basilari della professione di ottico: l’ottica oftalmica e l’occhialeria. Un corso integrativo alla fine del percorso universitario sarebbe indispensabile, ma le università tacciono, e gli istituti professionali anche. E, francamente, non se ne capisce il motivo, soprattutto perché queste istituzioni dovrebbero sostenere la qualità della formazione dei loro “licenziati” e non chiudere un occhio, se non due, su soluzioni di ripiego.

 

Per concludere, finché la figura professionale non sia riconosciuta legalmente in Italia, sia il laureato, che abbia anche l’abilitazione, che il “diplomato” hanno gli stessi diritti di professare l’Optometria, con tutti i limiti sottolineati dalle stesse sentenze della Suprema Corte di Cassazione.